(o
Pietro). Filosofo e teologo medioevale italiano. Nato nel Novarese,
iniziò gli studi a Bologna e, grazie all'appoggio di san Bernardo,
completò la propria preparazione nelle scuole teologiche di Reims e
Parigi (1135 circa). In quest'ultima città, probabilmente prima del 1142,
cominciò a insegnare e, come professore, ottenne una fama tanto vasta da
riuscire a raccogliere a Parigi studenti da tutta l'Europa. Nel 1148 papa
Eugenio III lo volle tra i
magistri del consiglio di Reims, che dovevano
giudicare l'ortodossia della dottrina di Gilberto Porretano, e nel 1151-52 lo
chiamò a Roma presso la curia. In questa città
P.L. ebbe
l'occasione di accedere all'opera di Giovanni Damasceno,
De fide
ortodoxa, in una traduzione latina, testo che influenzò direttamente
la concezione delle sue
Sententiae. Nel 1159 fu eletto vescovo di Parigi;
tuttavia, dopo pochi mesi morì. La sua produzione letteraria, oltre a un
certo numero di
Sermones, comprende due importantissime opere esegetiche,
composte presumibilmente nei primi anni del magistero parigino. Il
Commentarius in Psalmos, improntato a uno stretto allegorismo, consiste
in una illustrazione del testo, versetto per versetto, attinta dalla tradizione
e costruita come un florilegio di precedenti esegesi patristiche e medioevali.
La
Glossatura magna in epistolas beati Pauli (detta anche
Magnaglossa o
Collectanea), pur avendo un carattere eminentemente
esegetico, presenta anche delle digressioni personali a carattere teologico, ove
il testo paolino suggerisse
quaestiones theologicae di rilievo; in questo
senso l'opera fu una preparazione alla stesura dei più celebri e
importanti
Libri quatuor Sententiarum, noti anche come
Sententiae,
composti tra il 1142 e il 1158. Verosimilmente, essi costituirono
l'approfondimento e la sistematizzazione delle lezioni universitarie di
P.L., raccolte e ordinate nei quattro libri, ciascuno dei quali era a sua
volta diviso in
capitula (la partizione in
distinctiones fu invece
successiva e venne operata dai commentatori). Le
Sententiae sono la prima
vera
Summa theologica del Medioevo latino, proponendosi di organizzare
coerentemente ed esaurientemente la tradizione patristica e medioevale, intorno
ai principali contenuti teologici. Esse, infatti, non propongono personali e
innovative interpretazioni o soluzioni alle
quaestiones, costituendo al
contrario una raccolta delle opinioni delle
auctoritates, corredata da un
approfondimento personale, ma sempre ligia alla tradizione e ben lontana
dall'applicare metodi dialettici o filosofici a problemi teologici. In effetti
P.L. mostrò una grande capacità di mediare tra fideismo e
razionalismo, conservazione e innovazione; egli attinse direttamente alla
Patristica e alla tradizione più antica e unanimemente accettata, ma si
riferì anche ai maestri contemporanei, quali Abelardo, Anselmo di Laon,
Ugo da San Vittore (anche se a volte essi non sono citati esplicitamente ma
introdotti da un semplice
quidam). Il primo libro delle
Sententiae
tratta di Dio uno e trino; il secondo della creazione (degli angeli, del mondo
corporeo e dell'uomo), del peccato (originale e attuale) e della Grazia; il
terzo dell'incarnazione, della redenzione, delle virtù teologali, dei
doni dello Spirito e dei comandamenti; il quarto dei sacramenti e dei novissimi
(morte, giudizio, inferno, paradiso). In un primo tempo, a dispetto
dell'equilibrio esercitato da
P.L. nella composizione, l'opera fu molto
avversata (Gualtiero da san Vittore) e, per quanto riguardava alcune
proposizioni quali l'affermazione della natura accidentale dell'unione delle due
nature in Cristo, tacciata di eresia. Tuttavia, le
Sententiae ebbero
anche validi sostenitori (fra gli altri il discepolo di
P.L., Pietro di
Poitiers) e nel Concilio Lateranense del 1215 furono riconosciute ufficialmente
dalla Chiesa e adottate come testo ufficiale nelle università; anche per
questo motivo esse furono decisive nella successiva sistemazione teologica
operata dalla Scolastica. Si contano numerosissimi commenti a quest'opera, tra
cui quelli di Bonaventura, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino (Novara 1095 circa -
Parigi 1160).